Ricercare il Messia

 

La prima profezia del Messia è data proprio in Genesi, subito dopo la caduta di Adama ed Eva, per dare una via d’uscita, ovvero una speranza alla successione dell’umanità,perché Dio è misericordioso e amorevole.

 

Genesi 3:15 E io [Dio] porrò inimicizia [una condizione di separazione ed ostilità] fra te [il serpente, il diavolo] e la donna e fra il tuo seme e il seme di lei; esso [il seme della donna] ti schiaccerà il capo [del serpente, del diavolo], e tu ferirai il suo calcagno [del seme della donna]».

 

Questo seme altro non è che la discendenza che porterà proprio al Messia. Questa profezia è stata distorta o dimenticata da molti, ma conservata e tramandata da altri per lunghi secoli. Dio ricorda la profezia ad Abrahamo promettendogli che il Messia sarebbe la sua discendenza.

 

Genesi 21:12 … uscirà da Isacco la discendenza [il Cristo, cioè il Messia] che porterà il tuo nome.

 

Abrahamo ebbe altri figli (Ismaele dalla schiava Agar; Isacco da Sara; e dopo la morte di Sara ebbe altri sei figli da Keturah, ma non è indicato il numero delle figlie – vedi Genesi 16:16, 21:1-5, e 25:1-2), ma la promessa e stata fatta per Isacco, la linea retta al Messia.

Lo stesso apostolo Paolo ebbe rivelazione da Dio che la Sua promessa di molti secoli prima si riferiva proprio al Messia.

 

Galati 3:16 Ora le promesse furono fatte ad Abrahamo e alla sua discendenza. La Scrittura non dice: «E alle discendenze» come se si trattasse di molte, ma come di una sola: «E alla tua discendenza», cioè Cristo.

 

Questa rivelazione conferma esattamente la profezia della discendenza di Isacco promessa da Dio ad Abrahamo.

Anche il Profeta Mosè, che portò il popolo di Dio fuori dalla schiavitù d’Egitto alla terra promessa e diede la Legge di Dio, profetizzò della venuta di un profeta che Israele avrebbe dovuto seguire.

 

Deuteronomio 18:15 L'Eterno, il tuo DIO, susciterà per te un profeta come me, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli; a lui darete ascolto,

Deuteronomio 18:16 in base a tutto ciò che chiedesti all'Eterno, il tuo DIO, in Horeb, il giorno dell'assemblea, quando dicesti: "Che io non oda più la voce dell'Eterno, il mio DIO, e non veda più questo gran fuoco, perché non muoia".

Deuteronomio 18:17 E l'Eterno mi disse: "Ciò che hanno detto, va bene;

Deuteronomio 18:18 io susciterò per loro un profeta come te di mezzo ai loro fratelli e porrò le mie parole nella sua bocca, ed egli dirà loro tutto ciò che io gli comanderò.

 

Il Messia non solo sarebbe stato profeta come Mosè, ma anche sommo sacerdote dell’ordine di Melchisedek.

 

Salmi 110:4 L'Eterno ha giurato e non si pentirà: «Tu sei sacerdote in eterno secondo l'ordine di Melchisedek».

 

L’adempimento di questa profezia è confermata in Ebrei.

 

Ebrei 5:5 Così anche Cristo non si prese da sé la gloria di diventare sommo sacerdote, ma la ricevette da colui che gli disse: «Tu sei mio Figlio, oggi io ti ho generato»,

Ebrei 5:6 e altrove dice: «Tu sei sacerdote in eterno, secondo l'ordine di Melchisedek».

 

Il seme promesso doveva essere sia profeta che sommo sacerdote. Oltre a questo il Messia doveva essere anche re.

A partire da Abrahamo a Isacco si giunge poi a Giacobbe, rinominato da Dio col nome di Israele padre di dodici figli che divennero i capostipiti delle dodici tribù di Israele. Fra loro vi era Giuda di cui  lo stesso Giacobbe profetizzò l’attribuzione di comando simbolizzato dallo scettro regale.

 

Genesi 49:10 Lo scettro non sarà rimosso da Giuda, né il bastone del comando di fra i suoi piedi, finché venga Sciloh'; e a lui ubbidiranno i popoli.

 

Molti anni dopo questa profezia si avverrò, infatti, che il comando del popolo di Israele fu assunto dalla tribù di Giuda a cominciare dal re Davide, a cui la profezia stabilì la promessa del regno perpetuo alla sua discendenza, cioè Cristo.

La frase “finchè venga Sciloh” si riferisce alla venuta del Messia (fra tante controversie sul termine “Sciloh” di certo la traduzione più accreditata non vi attribuisce alcun nome proprio. Altri studi ebraici suggeriscono la traduzione “finchè venga colui a cui appartiene”, come lo stesso studio della versione aramaica di George M. Lamsa.).

 

2Samuele 7:12 Quando i tuoi giorni [di Davide] saranno compiuti e tu riposerai con i tuoi padri, io [il Signore] innalzerò dopo di te la tua discendenza che uscirà dalle tue viscere e stabilirò il suo regno.

2Samuele 7:13 Egli edificherà una casa al mio Nome e io renderò stabile per sempre il trono del suo regno.

2Samuele 7:16 La tua casa e il tuo regno saranno resi saldi per sempre davanti a me e il tuo trono sarà reso stabile per sempre.

 

Salmi 89:3 «Io [il Signore] ho fatto un patto col mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo, dicendo:

Salmi 89:4 "Stabilirò la tua progenie in eterno, ed edificherò il tuo trono per ogni età"». (Sela)

 

Luca 1:32 Egli [Gesù Cristo] sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre;

Luca 1:33 e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine».

 

Atti 2:30 Egli [Davide] dunque, essendo profeta, sapeva che Dio gli aveva con giuramento promesso che dal frutto dei suoi lombi, secondo la carne, avrebbe suscitato il Cristo [il Messia] per farlo sedere sul suo trono;

 

Il Messia doveva venire da una discendenza regale, cioè da re Davide e da suo figlio Salomone.

La profezia aggiunge che il Messia sarebbe dovuto nascere in un luogo ben preciso come rivelato nel libro di Michea.

 

Michea 5:2 «Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni».

 

Nella onniscienza di Dio, Gesù Cristo il Messia, era previsto, preconosciuto, e preordinato ancor prima della fondazione del mondo. La venuta del Messia è stata rivelata da Dio agli uomini già da Genesi 3:15, e il profeta Michea, oltre a quanto già da Tempo profetizzato sul Messia, che sarebbe dovuto essere profeta, sommo sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek e anche re, ha profetizzato che sarebbe dovuto nascere nella piccola città di Betlemme.

In verità da Genesi 3:15 fino a Rivelazione (o Apocalisse) 22:21, Gesù Cristo, il Messia, è il soggetto sottinteso, è il filo conduttore. La Parola di Dio fa conoscere il Cristo, e il Cristo fa conoscere Dio.

Dobbiamo imparare a comprendere le Scritture nell’ottica che il Cristo è il punto centrale e focale e scopriremo i suoi molti riferimenti come ad esempio in Osea.

 

Osea 11:1 Quando Israele era fanciullo, io [Dio] l'amai e dall'Egitto chiamai mio figlio.

 

È indubbio il riferimento al suo popolo, Israele, che Dio adottò come proprio figlio, che liberò dalla schiavitù d’Egitto, ma è altresì sottintesa la profezia che riguarda Suo Figlio Gesù Cristo; infatti questa profezia si adempì in Matteo.

 

Matteo 2:13 Ora, dopo che furono partiti, ecco un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire».

Matteo 2:14 Egli dunque, destatosi, prese il bambino e sua madre di notte, e si rifugiò in Egitto.

Matteo 2:15 E rimase là fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal Signore per mezzo del profeta, che dice: «Ho chiamato il mio figlio fuori dall'Egitto».

 

Anche in Isaia troviamo un altro esempio di profezia del Messia.

 

Isaia 7:14 Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine [in ebraico è almah che semplicemente significa  ‘giovane fanciulla ’] concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele [che significa ‘Dio con noi ’].

 

Uno studio di Isaia 7 e 8 fa capire come tutte le profezie indicate si sono avverate ai tempi stessi di Isaia, ma quella di Isaia 7:14 avrebbe avuto un ulteriore ultimo adempimento nel futuro come registrato in Matteo.

 

Matteo 1:23 «Ecco, la vergine sarà incinta e partorirà un figlio, il quale sarà chiamato Emmanuele che, interpretato, vuol dire: "Dio con noi"».

 

Oltre alle profezie scritte, cioè quelle riportate nelle Scritture, ve ne sono anche di quelle orali, ovvero tramandate verbalmente di generazione in generazione e ben note come quella riferita in Matteo.

 

Matteo 2:23 e, giunto là, abitò in una città detta Nazaret, affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti: «Egli sarà chiamato Nazareno».

 

Ebbene, questa profezia non è riportata in nessun libro dell’Antico Testamento, ma, essendo scritta per volontà di Dio, è ovvia la notorietà fra la gente di quel tempo proprio perché tramandata di generazione in generazione.

Da uno studio attendo di Matteo emerge l’enfasi posta sulla regalità di Gesù Cristo, tanto che la genealogia del primo capitolo comincia proprio da re Davide e poi passa in rassegna i vari avi a partire da Abrahamo, a cui Dio diede la prima promessa. Quindi legittimo erede al trono di Davide, il re Gesù Cristo.

Al contrario, la genealogia in Luca va a ritroso da Gesù Cristo ad Adamo per enfatizzare la sua natura umana, cioè l’uomo Gesù Cristo.

Un altro particolare è che il termine “il regno dei cieli” è riportato in Matteo trentadue volte, mentre non è citato nemmeno una volta in nessun altro degli altri vangeli. Il regno dei cieli è il regno del re unto di Dio sulla terra. Il regno dei cieli è un segmento dell’intero regno di Dio di cui Dio è Re e che non ha un principio e non avrà mai fine proprio come Dio stesso è sempre stato  e sarà. Il regno di Gesù Cristo ha invece avuto un inizio: il regno dei cieli perché il re, cioè Cristo, il Messia, è stato inviato dai cieli sulla terra; oggi si è interrotto, ma al suo ritorno sarà ristabilito per sempre. Infatti in Matteo si enfatizza Cristo alla sua prima venuta come re, erede del trono di re Davide, e in Rivelazione (o Apocalisse) è profetizzato il regno dei cieli dove Cristo regnerà per sempre al suo ritorno su questa terra come il re dei re e signore dei signori,stabilendo così il Regno di Dio, Dio il Re.

Cristo è dal greco Christos che significa unto e deriva dall’aramaico mshicha e dall’ebraico mashiah ed entrambi i termini significano unto. È sempre stata una prassi  in tutta la storia dell’umanità che tutti i re, prima dell’incoronazione, venissero unti. L’unzione è stata anche la prerogativa dell’ufficializzazione al sacerdozio. Quindi Gesù Cristo, dal greco, il Messia, dall’aramaico e dall’ebraico, e l’Unto dal latino, hanno lo stesso significato.

Gesù Cristo, il seme promesso, il profeta, il sommo sacerdote, il re (in Matteo e in Rivelazione), l’uomo (in Luca), il servitore (in Marco), il Figlio di Dio (in Giovanni), è venuto per adempiere la Legge, per darci la salvezza alla vita eterna per Grazia di Dio, per lasciarci col potere dello spirito santo a percorrere le sue orme e prepararci al suo ritorno.

Quanto è vero che è stato profetizzato secoli e secoli prima, quanto è vero che è venuto, tanto è vero  che ritornerà.

 

Nel frattempo noi possiamo camminare sulle orme di Gesù Cristo, perché egli è il nostro esempio e Dio ci ha dato  tutto il necessario per poterlo imitare.

La Bibbia insegna